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Le SUPPLICI di Eschilo - Mito e migrazione nel Mediterraneo antico e presente

28 febbraio 2026

La tragedia delle Supplici di Eschilo interroga le radici simboliche della migrazione nel Mediterraneo, luogo ancestrale di transiti, fughe ed  approdi. L’Archeologia Poetica adotta il mito come forma vivente capace di riattivarsi nel corpo delle comunità. Le figlie di Danao, in fuga dall’Egitto e in cerca di asilo ad Argo, incarnano un archetipo migratorio inscritto nella memoria profonda del mare nostrum: la tensione tra ospitalità e rifiuto, il diritto d’asilo come gesto sacro, la paura dello straniero e la possibilità di una nuova appartenenza.

L’incontro fra mito e contemporaneità non vorrebbe essere non una lettura filologica, ma un’operazione di ri-emersione, una pratica di ascolto dei “resti viventi” che il testo conserva – parole, gesti corali, richiami al diritto, alla parentela, alla sacralità del vincolo fra chi chiede protezione e chi può offrirla. In questa prospettiva, il Mediterraneo non è sfondo geografico ma un archivio fluido in cui le rotte migratorie tracciano continuità invisibili fra l’antico e l’oggi.

L’Archeologia Poetica assume quindi Le Supplici come dispositivo conoscitivo, un frammento mitico che illumina le attuali geografie del movimento umano, mostrando che ciò che chiamiamo “attualità” è spesso il ritorno in altra forma di un gesto arcaico. Il coro delle donne d’Egitto diventa allora specchio per le voci mute dei migranti contemporanei, e l’atto di supplica, gesto rituale di esposizione del corpo e della vulnerabilità.

Questo Simposio, ospitato al ΜΟΥΣΕΙΟΝ di Matera, propone un’analisi trasversale e plurivocale, intrecciando prospettive mitiche, sociali, politiche, antropologiche  e poetiche. L’intento è di fare del testo tragico un luogo di attraversamento dove il passato non viene semplicemente ricordato, ma riattivato come forza critica del presente, in un dialogo che possa restituire al mito la sua funzione generativa: interrogare, ancora, il senso dell’umano di fronte all’altro.

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