Latragedia di Medea, scritta da Euripide nel 431 a.C., racconta ildramma di una madre che, sopraffatta dal tradimento del maritoGiasone, giunge a compiere l'atto terribile di uccidere i suoi stessifigli. Questo gesto, che nell'antica Grecia simboleggiava ilconflitto tra passioni distruttive e l'ordine sociale, è rimasto unadelle immagini più forti della tragedia classica.
Nel corso dei secoli, la figura di Medea è stata ripresa ereinterpretata in numerosi contesti, ma il tema del figlicidio, cosìcome la vendetta e il tradimento, rimangono potenti metafore deiconflitti interiori e delle dinamiche di potere all'interno dellacoppia. La condizione di Medea è stata spesso letta come un simbolodella sofferenza psicologica e della violenza che possono insorgerequando i legami familiari sono spezzati, e la rabbia e il doloreprendono il sopravvento sulla razionalità e sulla morale.
L'eco della tragedia antica risuona nei casi di cronaca nera cheraccontano episodi di violenza familiare, portando alla luce ladolorosa realtà che il conflitto all'interno della coppia non siesaurisce con la separazione, ma può generare conflitti ancora piùtragici.
In un'epoca in cui la psicologia, il diritto di famiglia e lepolitiche sociali cercano di rispondere ai bisogni e alle difficoltàdelle famiglie moderne, il mito di Medea continua a rivelare i latioscuri delle emozioni umane e la vulnerabilità della mente di chivive sotto stress psicologico.
Il tema del Simposio vuole aiutarci a capire come un mito cheaffonda le radici nel lontano passato possa continuare a parlare allasocietà di oggi, mostrando quanto le ferite antiche possanoriflettersi nelle problematiche contemporanee, mantenendo vivo unfuoco che brucia da oltre 2500 anni.