ΜΟΥΣΕΊΟΝ
Matera

BOOK YOUR HOUSE

IPPOLITO di Euripide Corpo, vergogna, giustizia: percorsi antichi e riflessi contemporanei

25 Ottobre 2025

Questo simposio propone una riflessione a più voci sul rapporto tracorpo, vergogna e giustizia, a partire da una lettura tematicadell’Ippolito di Euripide. La tragedia, centrata sul desiderio nondetto e sul fraintendimento, si offre come punto di partenza peresplorare dinamiche che restano vive e problematiche nel presente. Lavicenda di Fedra e Ippolito, scandita da tensioni tra purezza epassione, silenzio e parola, accusa e verità, mette in scena undramma che ruota attorno al corpo esposto, al senso della vergognasociale e al fallimento strutturale della giustizia.
Nel testoeuripideo, il corpo è spazio di potenza e di pericolo: quello diIppolito, ritirato dalla sfera erotica, idealizzato e votato allacastità, sfida l’ordine naturale e divino rappresentato daAfrodite; quello di Fedra è segnato dalla passione non scelta, dallosguardo sociale, dalla necessità di nascondere e infine dalla morte.La vergogna attraversa i personaggi come forza distruttiva, nonperché nasca da una colpa oggettiva, ma perché legata allapercezione dell’altro, alla vulnerabilità sociale del corpo e deldesiderio. La giustizia — sia nella forma affettiva e patriarcaleincarnata da Teseo, sia in quella tardiva e astratta delle divinità— si rivela incapace di restituire pienamente verità eriparazione. L’equilibrio tra colpa, innocenza e responsabilità sispezza, lasciando spazio solo alla memoria del danno.
Questatriangolazione — corpo, vergogna, giustizia — risuonapotentemente nel presente. Nella nostra società il corpo ècostantemente esposto e normato, tra pratiche di sorveglianza,giudizio estetico, controllo della sessualità e medicalizzazionedelle differenze. La vergogna, oggi come allora, funziona comedispositivo di potere: silenzia le vittime, modella i comportamenti,produce esclusione. Che si tratti di corpi femminili, queer, trans,disabili o razzializzati, il giudizio simanifesta come stigma primaancora che come argomentazione.
Allo stesso tempo, la giustizia— sociale e giuridica — spesso si dimostra inadeguata a darespazioalla complessità dei vissuti corporei e affettivi. I ritardinei riconoscimenti, la freddezza delle procedure, l’impiantonormativo che pretende oggettività in situazioni cariche di trauma,evidenziano quanto la lezione tragica resti attuale: la verità nonbasta se non è ascoltata in tempo, e la giustizia fallisce se non safarsi empatica e situata.
Il tavolo si propone dunque comeoccasione per interrogare questi nessi tra l’antico e ilcontemporaneo, mettendo in dialogo la lettura del testo euripideo conprospettive critiche contemporanee (femminismo, teoria queer,filosofia del diritto, studi sul trauma e sul corpo).L’obiettivonon è trovare una sintesi, ma aprire uno spazio di confronto su comepensare — oggi — una giustizia che riconosca i corpi senzaprodurre vergogna, e che accolga il dolore senza ridurlo a colpa.

Scarica la locandina in italiano
No items found.